lunedì 28 maggio 2012

MAGNIFICAT il 1°Giugno a Bari



Cime di queer presenta “Magnificat”, uno spettacolo che mette in scena una realtà immaginaria che catapulta immediatamente il pubblico nel mondo reale, inducendolo a fare i conti con la rivisitazione di temi e storie passate avvertite ancora oggi come attuali e vissute come verosimili. Magnificat ci invita a riflettere su una società la cui cultura dell’esclusione, dell’intolleranza e della violenza, fisica e psichica, sembra non essere solo un ricordo ormai lontano, superato, ma un argomento di discussione e di lotta che, oggi più che mai, dovrebbe pervadere la vita di ogni singola persona, alla conquista di un’uguaglianza non più solo formale ma effettiva.




SINOSSI:

"Italia, marzo 2009. Una legge istituisce l’obbligo di indicare sui documenti il proprio orientamento
sessuale. La popolazione italiana viene suddivisa in categorie attraverso passaporti e carte d’identità di diverso colore. Eterossessuali, omosessuali, lesbiche, transessuali, intersessuali e “non definiti/e” vengono sottoposti/e a controlli atti a verificare la loro appartenenza ad una o all’altra categoria. Vengono istituiti divieti ed obblighi, talora assurdi e ridicoli, per gli/le appartenenti alle diverse classificazioni. Viene infine richiesto per tutti/e i/le non eterosessuali un viaggio a Lampedusa, allo scopo di effettuare ulteriori accertamenti. Un viaggio senza ritorno, che mira all’eliminazione sistematica di coloro che non si allineano, sullo sfondo di una Lampedusa dove i container rappresentano le prigioni ultime.
Un’attrice in scena, sei personaggi che da diversi luoghi d’Italia intraprendono il viaggio per Lampedusa, e, allo stesso tempo, un viaggio nella loro identità sessuale, di genere e nel ruolo che la società loro impone. Uno spettacolo che racconta l’intersezione delle lotte, in un paese che equipara categorie minoritarie ad un’unica grande massa, di senza nome, di senza dignità. Un racconto ora divertente, ora nero, a tratti sguaiato, a tratti tragico; una sorta di lenta discesa agli inferi di uomini e donne spinti/e alle estreme conseguenze della catalogazione, in un tragico destino, che li accomuna a tutti i/le migranti, i/le rifugiati/e, le donne, che in questo paese non hanno nome, non hanno dignità, non hanno diritto di cittadinanza, ma solo un’etichetta, pesante come un macigno, di cui sembra impossibile disfarsi.
Uno spettacolo che nasce da una legge immaginata, ma terribilmente attuale per i suoi tragici risvolti. Una denuncia, un grido di ribellione alla discriminazione, al pericolo degli stereotipi, alle tante forme di violenza, alla crescente paura di ciò che è ‘diverso’ e anormale.”



scritto e diretto da Ila Covolan
con Mara Pieri
musiche originali di Puppet_Luca Tiengo





A seguito della rappresentazione si terrà un dibattito. Le associazioni e i soggetti interessati sono invitati ad intervenire in merito alle tematiche emergenti dallo spettacolo.

Ingresso: sottoscrizione libera per autofinanziamento (min.3 euro)

Collaborano all'iniziativa: Glamorama, Makumba, Taverna del Maltese 



Questo è il link FB dell'evento, con ulteriori info e aggiornamenti: 
http://www.facebook.com/events/358898957510705/

mercoledì 16 maggio 2012

Il 17 Maggio secondo il Collettivo Cime di Queer.

Il 17 Maggio, giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia, il collettivo Cime di Queer scende in piazza per gridare a voce alta il proprio dissenso contro la violenza e la repressione nei confronti dei soggetti LGBTQ (lesbiche ,gay, bisex, Transessuali). Il Collettivo Queer rigetta fortemente qualsiasi tipo di discriminazione che possa essere generata sui nostri corpi e sulle nostre vite. La privazione di diritti minimi fondamentali, comuni a tutt* i soggetti, è una condizione reale che va scardinata non solo a livello legislativo e politico ma anche a livello culturale. Un reale cambiamento in questa direzione è possibile solo laddove vi sia una effettiva lotta in cui rientrino tutte le soggettività “Altre”, marginalizzate. Tutto ciò è ostacolato dalle politiche e dalle campagne di odio portate avanti sia dalla Chiesa cattolica che dalla classe politica dirigente: i C.i.e, dove sono rinchiusi i/le migranti che vedono limitata la propria libertà fondamentale di circolazione nel territorio europeo; il pacchetto sicurezza, che vuole rappresentare il migrante come “violento” e che propone una legge contro l’omofobia fuori da una logica di autodeterminazione ma in una visione di “aiuto/difesa” del “povero soggetto LGBT”. Tutto ciò non fa altro, in realtà, che alimentare l’ostilità nei confronti di ogni forma di diversità, (Donna, Migrante o Frocio/a che sia). Per noi Queer appare dunque fondamentale una presa di posizione che parta dalle tematiche LGBT ma che si estenda anche ad altre forme di discriminazione/oppressione. Dunque è per questo che il 17 maggio scendiamo in piazza a Bari con delle rivendicazioni ben precise. L’approvazione del registro delle unioni civili e della legge contro l’omofobia è un impegno che l’amministrazione del Comune Bari deve assolutamente assumere. La lotta alla retorica della Chiesa cattolica, familista, eteronormata e fascista in questo Paese appare indispensabile. Lo smascheramento di gruppi neo nazisti come CasaPoud deve essere una prerogativa di tutt* noi, incluse le istituzioni. Gruppi di estrema destra (spalleggiati da Alemanno, sindaco di Roma), domenica 13 Maggio hanno promosso una marcia su Roma per il diritto alla vita, contro l’aborto. Noi rifiutiamo queste derive fasciste che limitano il diritto della donna di autodeterminarsi. Rifiutiamo l’ingerenza della Chiesa cattolica nelle nostre vite in quanto giovani, coppie e singoli. Parlare della condizione insostenibile delle donne, oltre che dei/delle migranti nelle delle vertenze GLBT per noi Queer è indispensabile. In quanto queer facciamo nostra la grande mobilitazione Europea in corso in questi giorni a Francoforte, dal nome Occupy Frankfurt, che da importanza all’autorganizzazione e alla partecipazione diretta dei soggetti alla protesta, in modo tale che non si deleghi più ad istituzionalità politiche ed economiche che detengono il 10% della ricchezza mondiale e che vogliono appropriarsi del nostro lavoro e della nostra libertà per pagare il Debito che hanno generato con la sola idea di moltiplicare la loro ricchezza.