mercoledì 16 maggio 2012

Il 17 Maggio secondo il Collettivo Cime di Queer.

Il 17 Maggio, giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia, il collettivo Cime di Queer scende in piazza per gridare a voce alta il proprio dissenso contro la violenza e la repressione nei confronti dei soggetti LGBTQ (lesbiche ,gay, bisex, Transessuali). Il Collettivo Queer rigetta fortemente qualsiasi tipo di discriminazione che possa essere generata sui nostri corpi e sulle nostre vite. La privazione di diritti minimi fondamentali, comuni a tutt* i soggetti, è una condizione reale che va scardinata non solo a livello legislativo e politico ma anche a livello culturale. Un reale cambiamento in questa direzione è possibile solo laddove vi sia una effettiva lotta in cui rientrino tutte le soggettività “Altre”, marginalizzate. Tutto ciò è ostacolato dalle politiche e dalle campagne di odio portate avanti sia dalla Chiesa cattolica che dalla classe politica dirigente: i C.i.e, dove sono rinchiusi i/le migranti che vedono limitata la propria libertà fondamentale di circolazione nel territorio europeo; il pacchetto sicurezza, che vuole rappresentare il migrante come “violento” e che propone una legge contro l’omofobia fuori da una logica di autodeterminazione ma in una visione di “aiuto/difesa” del “povero soggetto LGBT”. Tutto ciò non fa altro, in realtà, che alimentare l’ostilità nei confronti di ogni forma di diversità, (Donna, Migrante o Frocio/a che sia). Per noi Queer appare dunque fondamentale una presa di posizione che parta dalle tematiche LGBT ma che si estenda anche ad altre forme di discriminazione/oppressione. Dunque è per questo che il 17 maggio scendiamo in piazza a Bari con delle rivendicazioni ben precise. L’approvazione del registro delle unioni civili e della legge contro l’omofobia è un impegno che l’amministrazione del Comune Bari deve assolutamente assumere. La lotta alla retorica della Chiesa cattolica, familista, eteronormata e fascista in questo Paese appare indispensabile. Lo smascheramento di gruppi neo nazisti come CasaPoud deve essere una prerogativa di tutt* noi, incluse le istituzioni. Gruppi di estrema destra (spalleggiati da Alemanno, sindaco di Roma), domenica 13 Maggio hanno promosso una marcia su Roma per il diritto alla vita, contro l’aborto. Noi rifiutiamo queste derive fasciste che limitano il diritto della donna di autodeterminarsi. Rifiutiamo l’ingerenza della Chiesa cattolica nelle nostre vite in quanto giovani, coppie e singoli. Parlare della condizione insostenibile delle donne, oltre che dei/delle migranti nelle delle vertenze GLBT per noi Queer è indispensabile. In quanto queer facciamo nostra la grande mobilitazione Europea in corso in questi giorni a Francoforte, dal nome Occupy Frankfurt, che da importanza all’autorganizzazione e alla partecipazione diretta dei soggetti alla protesta, in modo tale che non si deleghi più ad istituzionalità politiche ed economiche che detengono il 10% della ricchezza mondiale e che vogliono appropriarsi del nostro lavoro e della nostra libertà per pagare il Debito che hanno generato con la sola idea di moltiplicare la loro ricchezza.

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